domenica 15 marzo 2009

Relazioni simmetriche (destra-sinistra)



Non sono di destra, non sono di sinistra..
L’ultimo sole della democrazia è tramontato da un pezzo. Vittima del popolo dei Giuda. Il giorno è ormai grigio, di fragile memoria. Nell’epoca del borderline c’è bisogno di potenziare i fendinebbia per riuscire a viaggiare sulle autostrade del potere. Poteri sbandierati o celati che nella natura dell’abuso si fondono, e l’ordine costituito e quello arbitrario convolano a nozze per farsi di due, uno: alla luce della teoria del costruttivismo sociale (della devianza) mi chiedo quale sarà la “carriera” prevista per i loro pargoli..
La relazione simmetrica si basa sul rispecchiare il comportamento dell’altro (dunque sull’uguaglianza!): esempio recente - "Franceschini leader catto-comunista" E' l'affondo, duro, del premier nei confronti del segretario del Pd. "Un leader catto-comunista, imprevisto. Pensavo che ci fosse una preminenza della sinistra. Non è chiaro a quali principi voglia arrivare con questo catto-comunismo". Franceschini replica "Ho visto che Berlusconi mi ha definito un cattocomunista. E' una vecchia offesa che veniva utilizzata prima della mia nascita verso tutti i cattolici progressisti. Magari sarebbe utile che il suo consulente di storia del movimento cattolico gli spiegasse che lui tecnicamente è un clerico- fascista".
[..se troviamo che la vanteria è il modello culturale del comportamento di un gruppo e che l’altro gruppo replica a questo comportamento con la vanteria, è possibile che si sviluppi una situazione competitiva in cui l’atto di vantarsi porta sempre più a vantarsi, e cosi via. G.Bateson, Naven 1958]
E' un semplice, banale esempio in cui chi accusa difende soltanto la propria "roba" perchè è questo che la politica è diventata: una proprietà. Non da dividere e condividere con il popolo. Ma da possedere e sbandierare.
"Bisogna amare così tanto sé stessi per capire come sia necessario chiamare in causa il bene comune"...

sabato 14 marzo 2009

Le pari opportunità



Berlusconi e le donne tra gaffes, smentite e denunce

Di SaraDS (del 07/03/2009 @ 13:22:42, in Fuga di Notizie) http://www.lineadiconfine.it/

Anche quest’anno [è trascorsa] la festa della donna, il fatidico 8 marzo.
Originariamente simbolo della lotta delle associazioni femministe contro le vessazioni subite dalle donne, la giornata si è trasformata, ormai, in una festa commerciale nel corso della quale locali e ristoranti offrono feste e cene esclusive per gruppi di donne, giovani e meno giovani, desiderose di celebrare la loro indipendenza. Eppure, proprio in questi ultimi tempi, appare evidente che questo tipo di festeggiamenti lascia il tempo che trova e che, piuttosto, sarebbe opportuno prestare attenzione a quanto ancora ci sia da rivendicare in materia di diritti, di emancipazione e di pari opportunità.
Troppo spesso, di recente, apprendiamo dai mass media di violenze sulle donne: in media avviene una violenza carnale ogni due giorni e, nonostante siano questi crimini che, per la loro efferatezza, fanno maggiormente discutere l’opinione pubblica, vanno considerati tali anche le molestie e la violenza verbale, il cosiddetto stalking, non a caso oggi considerato reato penalmente perseguibile.
In sostanza, i dati statistici riportano che gli episodi di violenza sono aumentati del 10% circa rispetto all’anno scorso. Naturalmente credo sia fondamentale ricordare quanto annoso sia, in realtà, tale fenomeno, sottolineando che la violenza sulle donne non si è mai placata, ma risulta in rilevante aumento - oggi più di ieri – forse anche perché sta crescendo la fiducia delle cittadine nella possibilità di trovare protezione e aiuto presso centri specializzati. I dati statistici in aumento e la possibilità di essere informati quotidianamente da giornali e TV in relazione ad atti di violenza contro le donne, sarebbero, pertanto, da collegare all’incremento dei casi in cui le vittime trovano il coraggio di uscire allo scoperto e chiedere aiuto sporgendo denuncia, nonché alla determinazione dei giornalisti a portare sul palcoscenico televisivo tali crimini, ricercandone sempre con maggior cura i dettagli, senza alcun rispetto per il dramma individuale vissuto dalla donna, con il solo scopo di strumentalizzarne il dolore per fini meramente politici o per soddisfare la morbosa curiosità di un’intera popolazione.
Il governo italiano sta attualmente vagliando delle soluzioni nel tentativo di offrire maggiore sicurezza alle donne del proprio paese, discutendo soprattutto di pene esemplari e ronde cittadine.
E’in questo clima che giungono le affermazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in merito alla risoluzione del problema degli atti di violenza, il quale ha dichiarato che, per salvaguardare la nostra incolumità, noi donne dovremmo in recarci in zone meno pericolose e che poiché “servirebbe un militare per ogni bella donna” sarebbe comunque impossibile “anche in uno stato militarizzato, mettere in campo una forza tale da poter evitare episodi di violenza”.
Dunque, le violenze non possono in alcun modo essere evitate e il Premier, che non è nuovo a questo tipo di freddure, sembra non rendersi conto del significato che una frase di tal genere veicola, soprattutto visto il ruolo politico che ricopre, mentre comunica che la sua affermazione non è altro che un simpatico “complimento alle donne italiane”. Tuttavia c’è anche chi vi ha colto un contenuto implicito e molto diverso da quello ufficialmente dichiarato.
Qualche giorno fa, infatti, Paola Concia, deputata del Pd, e Donata Gottardi, giurista e parlamentare europea, hanno denunciato il Premier Silvio Berlusconi alla Corte Europea di Strasburgo «per le continue e ripetute dichiarazioni di disprezzo per la vita e la dignità delle donne».L’iniziativa nasce a seguito dell’episodio, ormai giudicato soltanto un equivoco, avvenuto durante una conferenza stampa: “Io ti ho dato la tua donna...” è ciò che Berlusconi avrebbe dichiarato sottovoce al primo ministro francese Sarkozy. Nonostante la smentita, però, (la frase pronunciata, in realtà, è: “Tu sai che ho studiato alla Sorbona”, dove il termine Sorbona sarebbe stato equivocato con donna) pare che la denuncia resti valida, soprattutto perché non si riferisce esclusivamente a questo episodio, ma anche alle precedenti affermazioni del Premier in merito alla violenza sulle donne o, ancora, in merito alle difficoltà delle lavoratrici precarie, quando consigliava loro di “sposare un miliardario”.
Il nostro capo di governo, insomma, sembrerebbe lasciar trasparire dalle sue parole una concezione della donna come oggetto, meglio se di proprietà dell’uomo, da difendere e da sostenere, magari anche economicamente, non essendo ella stessa in grado di provvedere da sola a tali esigenze.
Come è possibile confidare in un governo che mentre presta attenzione alle donne, permette al suo massimo esponente di inviare, attraverso una falsa ironia, messaggi culturali volti a svilire l’immagine e il valore della donna stessa?
E’ indubbio che lo Stato italiano debba provare ad agire contro le violenze eppure credo che, prima di puntare esclusivamente sulla sicurezza e sulla “difesa” del genere femminile, forse, alcuni esponenti del sesso maschile dovrebbero provare ad imparare il rispetto per le donne... probabilmente così potranno trasmetterlo anche alle generazioni successive e, solo allora, sarà possibile evitare che questi tragici episodi si ripetano. Contrariamente a quanto ritiene il nostro Premier.

Made by Lena